In questi giorni, come se fosse necessario, Apple e Google, le due case monopolizzatrici del mondo delle App, hanno ribadito che non si potrà mai fare un’app di contact tracing per il coronavirus efficace se non si rispettano tutte le loro regole, anche quelle più stringenti.
Così, dopo la prima volta in cui i 2 colossi si unirono per la risoluzione del problema “condivisione Bluetooth”, arriva una nuova collaborazione tra Apple e Google per tracciare la line al fine di creare una App di tracing anti contagio da Covid-19.
Importanti sono alcuni principi restrittivi che, per quanto in Italia possano sembrare scontati, in molte altri Nazione non sono per nulla contemplati.
In particolare, dopo una riunione tra i maggiori esponenti delle due società, sono state stillate 6 regole basi senza le quali non si potrà fare nulla.
Ad esempio, una delle regole più importanti è che servirà il consenso anche per la condivisione del risultato di un test positivo. Mentre, l’unica cosa in cui il consenso non servirà, sarà il permettere lo scambio di dati tra i vari dispositivi che si andranno a trovare nella stessa zona.
Sarà inoltre severamente vietato che le App possano accedere ai dati di localizzazione del dispositivo.
A questo scopo infatti, è stata preferita la soluzione bluetooth, molto più sicura per la privacy.
Altra regola importante è che i database devono raccogliere solamente la minima quantità di dati, da usare solo al fine del contenimento del Covid-19, in poche parole sono vietatissime attività di marketing e e pubblicità usando i dati di geolocalizzazione.
Infine, per evitare speculazione e infruttuose conflitti, sia Apple che Google consentiranno la presenza di una sola App di tracciamento per ogni Paese.
Ora non resta che attendere l’ufficialità di queste misure e la messa in circolazione della relativa App.