Ieri, dopo 2 anni di indagini, pedinamenti e trattative con i suoi rapitori, lo Stato italiano è riuscito a riportare Silvia Romano in Italia.
L’accordo, secondo quanto è trapelato, è stato trovato sulla base di un riscatto di 4 milioni di euro.
Appena arrivata in aeroporto, Silvia, dopo aver riabbracciato i genitori, ha subito dichiarato che, essendo diventata musulmana, il suo nome non è più quello datogli dai genitori ma Aisha.
Il nome ha origini molto antiche e, sopratutto, ha un grande significato per ogni musulmano che si rispetti.
Il suo significato è “Viva” ed è un riferimento alla compagna più intima di Maometto, dopo la morte della prima moglie Khadija.
Data l’importanza di Aisha nel mondo dell’Islam, questo è uno dei nomi più diffusi tra le donne del Mondo musulmano.
Ma chi era precisamente Aisha?
A’isha bint Abi Bakr era la figlia del famoso Abu Bakr, uno dei capi più influenti della prima comunità della storia musulmana, che poi divenne uno dei compagni del Profeta Maometto e poi, subito dopo la sua morte, gli successe come il primo califfo dell’Islam.
Secondo gli studiosi, Aisha fu promessa in sposa a Maometto alla tenera età di 6 anni, secondo altri a 9 anni.
Da stabilire invece se eventuali rapporti siano stati consumati una volta raggiunta la pubertà.
A’isha era di sicuro una donna estremamente influente su tutti i fronti.
Fungeva praticamente sempre da leader politica e accompagnava sempre a dorso di cammello il potente marito, sia che andasse in battaglia o che andasse a negoziare un trattato qualunque.
‘A’isha inoltre, come attestano tutte le trascrizioni dell’epoca, era l’unica persona che poteva avere il permesso di rispondere a tono il Profeta Maometto.
Infine, è proprio tra le sue braccia che il Profeta dell’Islam è morto centinai di anni fa.