E’ di poche ora fa la notizia che il Procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, è ufficialmente stato arrestato con accuse di corruzione ed è ora agli arresti domiciliari.
Secondo quanto riportato dagli inquirenti, il Procuratore avrebbe compiuto degli atti idonei a, si legge sui verbali, «indurre il pm Silvia Curioni, donna in servizio nella procura di Trani, a perseguire per il reato di usura l’indagato Giuseppe Cuoccio»,
Infatti, l’imprenditore era stato denunciato dai fratelli Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo e Capristo è accusato di aver forzato le indagini «pur essendo risultata del tutto infondata la denuncia a carico di Cuoccio»
Secondo le prime ricostruzioni e le ipotesi formulate dagli inquirenti, questa forzatura voluta dal Procuratore è stata fatta per “consentire ai tre fratelli Mancazzo i vantaggi patrimoniali derivanti della posizione processuale di parte offesa ( quantomeno presunta) e aspirante parte civile. Ma, soprattutto, l’applicazione a loro favore della legge a sostegno delle vittime di usura» con tutti i relativi benefici a loro vantaggio.
Secondo l’accusa, ovvero la Procura di Potenza, Capristo utilizzava il suo uomo di fiducia per compiere questi atti di ricatto: il poliziotto Michele Scivittaro.
Risulta poi indagato ufficialmente anche il Procuratore di Trani Antonino Di Maio, accusato di abuso d’ufficio.
La tesi esposta dalla Procura di Potenza è stata quindi accolta dal giudice delle indagini preliminari, Antonello Amodeo che ha immediatamente disposto la custodia cautelare per il forte pericolo di inquinamento probatorio.
Il provvedimento ha suscitato molto scalpore a Taranto dove Capristo è diventato popolare per essere stato protagonista di un imponente scontro giudiziario con la proprietà della ormai e purtroppo famosa acciaieria ex Ilva a tutela della salute dei cittadini.
Ora non resta che attendere il normale corso processuale e capire se le accuse al Procuratore saranno confermate o verrà assolto