Tra i tanti paradossi che l’Italia sta vivendo in questo periodo di profonda crisi, ne arriva dalla Sicilia uno che forse supera tutti gli altri.
Come noto a tutti, in questi periodi è assolutamente vietata ogni forma di assembramento, da qui sono vietati anche funerali e relativi cortei funebri.
Questo divieto però, a Messina, sembra non valere per tutti.
Infatti ieri, in barba a tutte le restrizioni, sono stati svolti i funerali religiosi del famoso Boss mafioso . Rosario Sparacio, fratello dell’ex capo di Cosanostra.
Al funerale e al corteo, avrebbero partecipato oltre 100 persone, senza ovviamente nemmeno mantenere le dovute distanze di sicurezza.
Ma i controlli?
Ecco la cosa che ha fatto più discutere.
Messina era salita alla ribalta causa il suo sindaco Cateno De Luca e i suoi controlli capillari e al massiccio controllo di sorveglianza pur di far rispettare il Decreto Legge anti contagio.
Ma ieri, proprio nella zona dei funerali del mafioso, nessun posto di blocco era presente e nemmeno i droni volano su quella parte di città.
Una strana coincidenza che però non ha convinto la maggior parte delle persone.
Infatti si è dimostrato ancora una volta che davanti alla malavita tutto si ferma, anche la legge.
Come detto Rosario Spracio, detto Saruzzu, era il fratello minore di uno dei più pericolosi boss mafiosi di sempre: Luigi Spracio.
Era morto all’età di 70 anni in casa sua e tra le 15 e le 16 di ieri, il suo funerale ha preso vita tra le strade di messina.
Precisamente il corteo, composto da più di 100 persone, è partito dalla casa del Boss.
E’ stata poi addirittura celebrata la messa funebre e poi il corteo è ripartito verso il cimitero monumentale di via Catania.
Ora la Procura indagherà su tutti i responsabili, a partire dalle Onoranze Funebri coinvolte, fino al prete che ha celebrato la Messa.