L’allenatore dell’Atalanta dei miracoli, Giampiero Gasperini, è stato e continua ad essere al centro dell’attenzione anche ora, che il calcio è fermo.
Molte sono le sue dichiarazioni che hanno causato polemiche e sgomento sia in Italia che in Europa, visto che anche il Valencia è risultato compresso dai suoi comportamenti.
In particolare, dopo le uscite infelici di inizio marzo, quando dichiarò che a Roma o a Napoli non avrebbero potuto reggere la pandemia, negli ultimi giorni ha anche ammesso che prima di Atalanta – Valencia, aveva tutti i sintomi del Covid-19.
Inoltre, dopo dei test sierologici, è risultato positivo, quindi probabilmente durante quella partita era già affetto da Coronavirus.
Ritornando sulle dichiarazioni di inizio Marzo, precisamente il 12, Gasperini dichiarò:
“Coronavirus è come la peste. Da queste parti, in Lombardia, siamo sufficientemente organizzati, pur se in difficoltà. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma o a Napoli”
Queste frasi, aggiunte ad un tono ironico, scatenarono l’ira di tutta la gente del Sud sentitasi offesa da questa discriminazione.
Ovviamente dopo qualche giorno l’allenatore della squadra di Bergamo ha corretto il tiro, provando a spiegare che le sue parole non erano per nulla offensive ma, anzi, voleva esprimere solamente la sua preoccupazione.
Tornando ad oggi poi, le dichiarazioni hanno fatto il giro d’Europa, soprattutto in Spagna.
Ecco le parole dell’allenatore:
“Il giorno prima della partita di Valencia (quindi il 9 marzo, ndr) stavo male, il pomeriggio della partita peggio. In panchina non avevo una bella faccia. Era il 10 marzo. Le due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo a pezzi come se l’avessi avuta a 40. Dieci giorni fa i test sierologici hanno confermato che ho avuto il Covid-19.”
Questa dichiarazione ha indispettito il club del Valencia che ha accusato Gasperini di poca responsabilità, avendo probabilmente contagiato anche qualche loro giocatore.