Il co-fondatore di Ethereum, Buterin Vitalik, ha recentemente affermato di ritenere che la comunità criptovalutaria si stia concentrando troppo sugli ETF basati sull’asset digitale, piuttosto che sull’aspetto più importante di tutto l’ecosistema: rendere la criptovaluta più facile da usare come metodo di pagamento per gli acquisti di tutti i giorni attraverso carte transazionali. Un commento poi replicato mediante un recente tweet, secondo cui sebbene un ETF sulle criptovalute potrebbe creare un immediato beneficio in favore dei prezzi delle stesse risorse digitali, rendere più facile l’utilizzo da parte delle persone sarà l’elemento in grado di supportare sul lungo termine tale comparto.
Già oggi, molto è però stato fatto. Si pensi a servizi come hodly, che hanno semplificato – e non poco – le procedure di acquisto e di conservazione della criptovaluta. O ancora ai tanti passi in avanti compiuti dagli exchange e dai wallet più importanti.
Tornando a Vitalik, come immaginabile il commento ha attirato molte risposte critiche su Twitter. Un utente ha ad esempio osservato che in realtà le criptovalute rimarranno un asset puramente finanziario, e che nel momento in cui continueranno a far guadagnare gli investitori, non sarà certo necessario convertirle in fiat, cosa che potrebbe anche rappresentare un inconveniente.
Un altro utente ha osservato che in passato sono stati fatti diversi tentativi per rendere utilizzabile la criptovaluta per le transazioni al dettaglio, ma le preoccupazioni normative hanno impedito alle aziende di emettere carte di pagamento basate su bitcoin & co. Un tweeter ha però fatto notare che un simile sforzo potrebbe oggi rivelarsi più efficace. Altri hanno affermato che non vi è alcun vantaggio nell’utilizzare la crittografia per le transazioni al dettaglio.
Insomma, mentre Buterin vede la facilità d’uso per le transazioni di tutti i giorni come la chiave di volta per l’adozione di massa delle criptovalute, è anche vero che molti utenti hanno sottolineato come proprio la disponibilità di ETF criptovalutari potrebbe svolgere un ruolo altrettanto decisivo.
Quando la US Securities and Exchange Commission (SEC) ha recentemente chiarito che bitcoin ed ethereum non sono titoli, molti sostenitori della crittografia hanno accolto favorevolmente la notizia, dal momento che fa ora ben sperare per la nascita di ETF criptovalutari. Tuttavia, è anche vero che la stessa decisione fa ben auspicare che sia un passo verso l’adozione di massa delle valute digitali.
Dan Romero, general manager e vicepresidente di Coinbase, ha dichiarato il mese scorso che nella fase attuale della regolamentazione delle criptovalute, è importante per la società integrare le risorse digitali (che non possono essere classificate come titoli) in diversi modi. L’acquisizione di Paradex a maggio, un exchange decentralizzato di criptovalute e Toshi, l’app Ethereum nativa di Coinbase, e l’integrazione di più token, dovrebbero incoraggiare l’adozione mainstream dei token.
Il co-fondatore e CEO di Circle, Jeremy Allaire, ha invece recentemente dichiarato che una delle cose che ha catalizzato il mercato criptovalutario lo scorso anno è stata il fatto che gli sviluppatori hanno prodotto centinaia di migliaia di dApp per espandere l’adozione di blockchain. Insomma, il mercato sembra essere sempre più vario e controverso. E le quotazioni potrebbero risentirne…