Come si gestisce un paziente Covid-19 a domicilio?

Molti pazienti affetti da Coronavirus sono in isolamento presso le proprie abitazioni, qualcuno di loro per fortuna non presenta alcun tipo di sintomo, una piccola parte però presenta una sintomatologia lieve, purtroppo altri una severa, da costringerli al ricovero in strutture ospedaliere.
La gestione domiciliare di questa tipologia di paziente, soprattutto nella fase in cui non sono presenti sintomi, è importante, spesso arrivano in ospedale persone che con una terapia adatta potevano tranquillamente superare la malattia nella propria abitazione.
A proposito di gestione, la Società italiana di medicina generale ha redatto un modulo, in cui specifica con facilità tutte le attenzioni da porre ad un Covid-19 positivo in isolamento domiciliare.

Il primo quesito parla dell’uso di antiinfiammatori per la gestione precoce della malattia, viene consigliata l’assunzione di paracetamolo, di FANS come l’Ibuprofene, oppure  l’acido acetilsalicilico.
Si consiglia di fare attenzione al dosaggio, per il paracetamolo massimo tre grammi nell’arco dell’intera giornata.
Parere sfavorevole sull’uso di antivirali a domicilio, nelle strutture ospedaliere però viene somministrato il  il remdesivir, soprattutto quando vi è un coinvolgimento dei polmoni.
Nonostante alcuni studi abbiano evidenziato l’ottima azione che svolge nelle fasi di malattia, idrossiclorochina non è consigliata nella gestione a domicilio, ma non è del tutto vietata.

Buona pratica le iniezioni di eparina a basso peso molecolare soprattutto nei pazienti che sono costretti a stare molto tempo a letto.
Il cortisone invece non va assolutamente dato nelle fasi iniziali della malattia poichè aiuta l’evolversi di questa, va somministrato nelle fasi avanzate in cui è stato coinvolto anche l’apparato respiratorio.
Nessuna indicazione all’antibiotico terapia, se non vi è sospetto di una sovrainfezione di tipo batterica.
Nessuna evidenza scientifica sull’azione della lattoferrina in questa patologia, nonostante numerosi specialisti continuano a prescriverla.
Consigliato l’uso della vitamina D, per dare vigore al sistema immunitario, anche se non esistono studi scientifici sulla validità.

 

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