Bryant, ecco il vero motivo dell”incidente mortale

Sembrano passati secoli ormai visto tutto quello che è successo dal giorno del tragico incidente che ha fatto perdere la vita a Kobe Bryant ed altre 7 persone compresa la figlia Gianna.
Solo oggi però, praticamente a 6 mesi da quel nefasto incidente aereo, si è avuta la conferma della causa che avrebbe causato l’impatto con la montagna: la fitta nebbia.
Infatti tante erano state le ipotesi, a partire da una distrazione del pilota fino ad un guasto del motore ma, oggi, dopo mesi di indagini è arrivata la risposta ufficiale della National Transportation Safety Board, che parla del pilota tratto in inganno dalla fitta nebbia di quella mattina a Los Angeles.

A conferma del fatto che il pilota, Ara Zobayan, avrebbe completamente perso il senso dell’orientamento, c’è l’ultima comunicazione del pilota con la centrale di controllo in cui Zobayan chiedeva di salire oltre 1200 metri mentre in realtà l’elicottero si stava già dirigendo verso il suolo.
In poche parole la nebbia ha fatto sì che il pilota pensasse di essere a quasi 1200 metri mentre in realtà stava volando a pochi metri dal suolo, fino ad impattare contro la montagna che ha decretato la fine della vita, tra gli altri, di uno dei cestisti più forti di sempre.

Ad intervenire sulla vicenda e a dare una versione chiara degli eventi ci ha pensato il consulente della sicurezza aerea John Cox secondo il quale la traiettoria irregolare dell’elicottero su cui viaggiavano Bryant e la figlia (il velivolo ha prima rallentato, è salito, poi si è inclinato su un lato mentre precipitava) è stata quella tipica di quando un pilota è disorientato dalle cattive condizioni di visibilità del terreno o della linea dell’orizzonte.
In ogni caso, il rapporto finale di 1700 pagine, non dà per certa la causa, ma spiega che, viste le traiettorie e le comunicazioni del pilota, la nebbia è stata quasi sicuramente la causa

 

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