“Le attitudini personali e l’orientamento sessuale non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica. La società viene arricchita dal contributo delle diversità. Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili”. Con queste parole, il Presidente della Repubblica ricorda la giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, questione ancora attuale date le recenti vicissitudini accadute nel nostro paese.
Il 17 maggio di ogni anno si celebra la giornata mondiale contro le discriminazioni che molte persone ancora subiscono per il loro orientamento sessuale. Istituita nel 2007 dall’Unione Europea per ricordare un avvenimento che il 17 maggio 1990 vide un passo in avanti nella lotta alle discriminazioni. In quell’anno, infatti, l’OMS eliminò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, anche se passò più di qualche anno prima di vedere la decisione divenire operativa.
Nell’ultimo anno le discriminazioni sono aumentate, i casi di ricatti, mobbing e discriminazioni sul lavoro sono passati dall’11% al 25%. Nota dolente per l’Italia che scende al 35 posto nella lista dell’associazione internazionale dei diritti LGBT presente nell’ONU che classifica le nazioni in base alle politiche di tutela dei diritti umani e delle persone LGBT+. Un dato in costante aumento è la difficoltà delle vittime a denunciare i casi di discriminazione e abusi che subiscono. Questi dati incidono in maniera gravosa sul riconoscimento dell’identità della discriminazione. Secondo Fico, serve una legge condivisa per costruire una società inclusiva che rispetti il modo in cui ciascuna persona si identifica e che non giudichi le scelte. Nonostante i progressi compiuti – continua Roberto Fico dalla sua pagina Facebook – in Italia e in tutta Europa, come in altri Paesi, persistono pregiudizi nei confronti della comunità LGBT+